Sin da quando era un atleta, Marco Aurelio Fontana ha sempre fatto parlare di sé, nel bene o nel male.
E ancora oggi, dopo quasi 5 anni dal suo addio alle competizioni Xc, riesce a spostare il focus sui suoi progetti, come quello appena nato insieme a Scott.
Da ora in poi, Fontana volta pagina e inizia un nuovo capitolo della sua vita, che lo vedrà impegnato in progetti nuovi ed entusiasmanti in sella alla bici del suo “rivale e amico” di sempre, Nino Schurter
Ma cosa l'ha spinto a lasciare Focus per Scott?
Quali sono i suoi progetti per il 2023?
E cosa prova ad avere una Spark a casa?
Lo abbiamo intervistato per scoprire qualcosa in più sull'accordo con Scott, ma anche sul suo passato, sul suo modo di porsi, sull'agonismo e su altri temi per niente banali.
Marco ha iniziato subito a raccontare, con l'entusiasmo di un bambino al primo giorno di scuola...
«In Focus c'erano dei cambiamenti in atto, anche a livello manageriale, e non esistevano più i presupposti per continuare la partnership. Ma ci tengo a ringraziare questo marchio che mi ha aiutato molto negli ultimi 4 anni. Il 2022 è stato un anno ricchissimo di eventi e iniziative: Coppa del mondo con Red Bull, il canale YouTube, il lavoro come sport marketing manager in Northwave, la nascita del mio Bistrot... Tutto bello, sono cresciuto come uomo ed ho imparato tanto, però a un certo punto ho voluto rallentare un attimo e aprirmi a cose nuove».
- Fontana e Scott: come e quando è nato l'accordo con il brand svizzero?
- Con Scott ci siamo sentiti non molto tempo fa, solo dopo aver concluso il rapporto con Focus, perché non mi è mai piaciuto fare il “doppio gioco” ed ho preferito aspettare prima di muovermi altrove. Sin da subito c'è stata un'intenzione molto forte da entrambe le parti. Loro cercavano un ambassador italiano che avesse un certo impatto a livello mediatico, a me è sempre piaciuta tanto come azienda. Quindi i presupposti c'erano tutti.
- Scott è molto forte anche nel mondo moto: lavorerai anche su quel fronte?
- Iniziamo tranquilli dal mondo bici, ma sicuramente la volontà c'è e magari ci allargheremo anche su quel fronte.
- Che ruolo rivestirai oltre a quello di ambassador? Farai qualche gara ancora, magari elettrica, oppure hai smesso davvero?
- Ho smesso davvero con le gare serie, niente EWS, niente gare internazionali di Xc o roba simile: il piacere di godermi la bici resta, ma non ho più il "fuoco negli occhi" che serve per competere come si deve. Però qualche garetta potrei farla, magari qualche granfondo o eventi enduro. E anche qualcosa con la e-Mtb o con la Gravel. Deciderò in base al periodo e scegliendo cosa mi piace fare, incastrando il tutto insieme al mio “progetto Scuderia”.
- I tuoi progetti personali, come il canale YouTube e la Scuderia Fontana, subiranno delle modifiche?
- Vado avanti forte, anzi avrò più spazio per i progetti personali dopo aver rallentato su altri fronti, ad esempio non sarò più sport marketing manager di Northwave. Il nuovo bistrot a Castell'Arquato sta prendendo piede, organizzerò eventi e giri in bici insieme al gruppo di amatori che mi segue e sposa la mia filosofia di vivere la bici. Amo condividere, dare dei consigli a chi conosce meno di me il mondo della bici e mi piace vedere felici le persone che ho accanto. Il canale YouTube va bene e mi piacerebbe implementarlo, magari coinvolgendo di più Scott a livello internazionale, cosa che con Focus risultava un po' difficile.
- E con Red Bull? Che progetti ci sono nel 2023, visto che non ci saranno più le dirette di Coppa...
- Seguirò eventi più piccoli ma sempre fighissimi, tipo la Rampage, il Crankworks, la Hardline ed altri contenuti dedicati. Sarà una cosa bella, ma diversa e meno impegnativa anche a livello di trasferte.
- In questi anni hai parlato di tutto e partecipato ad eventi diversi, ma resta un filo conduttore con l'Xc, che in un certo senso è ancora il tuo mondo. Ora sei in Scott, il marchio di Nino Schurter ed è impossibile non coinvolgerti di più nel mondo dell'Xc. Come la vedi questa cosa?
- Positiva! Quando ho smesso di correre ho avuto bisogno di tempo, di un distacco fisico e mentale da un mondo che è stato molto bello, ma impegnativo. Mi sono riavvicinato grazie a Red Bull e agli Internazionali d'Italia che ho seguito e seguirò ancora con Shimano. Le bici di adesso sono più cool, le elettriche sono belle ma le Xc moderne tipo la Spark sono super divertenti e competitive. Mi fanno tornare la voglia di usarle, portarle al limite, creare contenuti diversi e magari anche partecipare allo sviluppo.
- In questi anni ti sei mai pentito di aver smesso di correre? Magari dopo aver visto che i percorsi attuali sarebbero stati “roba tua”.
- Ci stavo pensando l'altro giorno: l'era dell'Xc moderno l'ho vista iniziare, ma è negli ultimi anni è cambiato radicalmente, con gare sempre più corte, più intense e più tecniche. Però no, non mi sono pentito nemmeno un secondo. Innanzitutto perché sono stato fortunato di aver raggiunto tanti traguardi, non tutto quello che avrei sognato, ma sono soddisfatto della mia carriera da atleta. Inoltre, io adesso sto davvero bene, fisicamente e mentalmente: mi sento energico, forte, in grado di portare avanti tanti progetti. Se corressi ancora non riuscirei a fare la vita che faccio adesso. Tuttavia, mi piacerebbe mettermi in gioco in qualche evento per godermelo in modo diverso e divertirmi.
- Hai già a casa la Spark: qual è stata la prima cosa che hai pensato quando sei salito in sella?
- Sono sincero: ci ho fatto solo un giretto su un percorso veloce dietro casa. Il primo test vero voglio farlo su un tracciato serio, senza troppo fango, che mi faccia capire realmente come va la bici.
Comunque, appena sono salito in sella mi è sembrata più grande delle altre bici che ho avuto finora, ha delle geometrie tutte nuove per me. Ma soprattutto ho avuto delle belle sensazioni dal punto di vista emotivo: guidare la bici del mio avversario storico è una cosa strana, ma molto figa. Tra l'altro, ci tengo a dire che con Nino Schurter ho sempre avuto un bel rapporto, lo stimo moltissimo e spero di poter realizzare dei contenuti con lui quest'anno.
- Resterai ambassador anche di altri marchi? Come Shimano, Kenda, Andreani e così via...
- Sì, lavorerò anche con altri brand. Le gomme Kenda e il gruppo Shimano XT sono già sulla Spark. Con Andreani ci sarà una collaborazione leggermente più soft, ma qualcosa faremo. In generale, però, mi piacerebbe tenere le bici “pulite”, senza stravolgerle con componenti troppo diversi da quelli di serie, che sono già di un certo livello. In sostanza, i contratti con gli sponsor saranno più elastici e diversi. Inoltre, si allargherà la partnership con Oakley, che prenderà il posto di Leatt sull'abbigliamento.
- Cosa ne pensi della Scott Lumen?
- Mi incuriosisce molto. Il look mi fa impazzire, ma devo provarla prima di dare dei giudizi. Ho avuto delle e-Mtb leggere in passato, con motore Fazua di vecchia generazione, ma non mi avevano entusiasmato perché non erano adatte al mio modo di intendere la bici elettrica. Però ora è tutto diverso, la tecnologia è andata avanti parecchio e non vedo l'ora di salirci su per vedere come va questa Lumen.
- Facciamo un passo indietro: quando correvi hai sempre lanciato delle mode e cambiato l'immagine del biker. Quando hai smesso di correre ti sei saputo reinventare, sei stato uno dei primi veri ambassador del mondo bici in Italia. Da dove viene questa capacità di “guardare avanti”?
- Mi piace pensare, disegnare, scrivere, guardare avanti pensando a cosa vorrei fare in futuro. I miei obiettivi partono sempre dalle mie passioni e curiosità, poi cerco di capire cosa vorrebbe vedere il pubblico che mi segue e mi metto all'opera. Vi dico questa: già da 2-3 anni prima di smettere con le gare avevo iniziato a scrivere degli appunti, con l'obiettivo di creare un mio progetto prima o poi. Alla fine ho creato qualcosa di nuovo, ho inventato un lavoro nel nostro settore e sono felice di essere un riferimento per tanti biker e non solo. Infatti ho anche un contratto con Honda, ho partecipato e vinto gare di enduro in moto, l'altra mia grande passione. Cosa che non mi sarei mai aspettato e invece è successo, proprio grazie alla costanza e alla lungimiranza: bisogna crederci, sempre.
- L'ultima domanda è la più “piccante”: molti criticano il tuo ruolo di porti, a volte ostentando il lusso, le belle macchine, le moto. E anche il tuo modo di parlare con parecchi termini inglesi. Chi ti conosce di persona, invece, sa che sei un tipo molto più semplice... Qual è il vero Marco Aurelio Fontana?
- È vero, mi pongo in un modo estroverso, già solo il nome del mio Vlog “Posh privateer” (privato elegante, ndr) dice tutto. Ma credo che l'italiano medio sia un po' invidioso, soprattutto chi segue il mondo bici. Perché, per esempio, se fossi stato famoso nel mondo della nautica avrebbe fatto meno notizia il mio tenore di vita... Mi piace portare lo stile su ruote, mi piace far vedere che non solo i calciatori possono vivere un certo stile di vita. Correre in bici può darti tante possibilità come diventare un personaggio e permetterti qualche sfizio, perché non sfruttare queste possibilità? Poi, chi mi conosce sa bene che in realtà sono tipo alla mano e disponibile.
Fonte: MTBCULT.IT https://www.mtbcult.it/storie/intervista-marco-aurelio-fontana-scott-2023/
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